mercoledì 16 febbraio 2011

Confronto tra Cezanne e Renoir




La montagna Sainte-Victoire

2 commenti:

  1. Cézanne ha dedicato numerose tele alla montagna Saint-Victorie, soprattutto negli ultimi anni della sua vita. L’immagine è ottenuta solo con il colore che viene steso a piccole pezzature con direzioni e orientamenti diversi. Prevalgono nel basso i toni arancio e verde, mentre il profilo della montagna è della stessa tonalità azzurrina del cielo in cui si staglia.
    Il quadro ha un’idea compositiva molto semplice. Una linea orizzontale, a due terzi dalla base, definisce l’orizzonte dividendo il quadro in due parti distinte e separate. Nella parte inferiore il colore definisce la multiforme varietà dei campi coltivati, degli alberi e delle case inserite tra essi. Nella parte superiore domina, quasi come un simbolo totemico, l’inconfondibile profilo della montagna.
    Di per sé, il soggetto non ha una forma precisa. Non può essere trattato volumetricamente ma solo spazialmente.
    Ma la visione è ferma, immobile, dotata di una sua precisa staticità che rende questo quadro del tutto diverso dai quadri impressionisti; basta confrontarlo con la tela di Renoir; egli dipinge qualcosa di carezzevole e limpido, un dipinto che riconcilia l’uomo con la natura, le case sono piccole macchie cullate dalle fronde, l’erba ingiallita dal sole e le chiome degli alberi sembrano pettinati dal pennello.
    Il dipinto di Cézanne è natura vinta e svelata, sezionata e poi ricomposta.

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  2. “Les demoiselles d’Avignon” è l’opera che inaugura la stagione cubista di Picasso. Il quadro è stato realizzato tra il 1906 e il 1907. All’inizio il dipinto doveva raffigurare sette figure, cinque donne e due uomini, ma poi nelle successive modifiche apportate all’opera Picasso eliminò le figure dei due uomini e lasciò le cinque figure femminile nude. Le due figure centrali hanno un aspetto diverso rispetto alle figure laterali. Esse ricordano la scultura iberica; invece quelle ai lati, soprattutto nelle due di destra la modellazione dei volti ricorda le sculture africane che in quel periodo conoscevano un momento di grande popolarità tra gli artisti europei.
    Dopo l’incontro con l’arte africana Picasso riprende a lavorare alla sua tela con spirito del tutto diverso: l’autore sovrappone del nero al rosa originario della testa di sinistra, conferendole le sembianze di una maschera; poi in modo più radicale, interviene sui volti e sui corpi delle figure a destra, i quali risultano nettamente più angolosi degli altri.

    Nel dipinto c’è un contrasto tra i colori delle figure femminili, più caldi, e quelli dello sfondo, in prevalenza freddi. I corpi sono molto stilizzati e spigolosi, il giro vita è esageratamente sottile rispetto alle spalle e ai fianchi, che al contrario sono larghi.
    I volti appaiono disegnati con estrema chiarezza , benché stilizzati.

    In quest'opera Picasso, attraverso l'abolizione di qualsiasi prospettiva o profondità, abolisce lo spazio. Ciò che costituisce la grande novità dell’opera è l’annullamento di differenza tra pieni e vuoti. L’immagine si compone di una serie di piani solidi che si intersecano secondo angolazioni diverse. Ogni angolazione è il frutto di una visione parziale per cui lo spazio si satura di materia annullando la separazione tra un corpo ed un altro. Cosi le figure femminile non sono più immerse nello spazio ma da esso sono compenetrate e sembrano essere costituite dalla stessa materia solida. Emerge una nuova percezione della realtà, non più visiva, ma mentale; infatti viene rappresentato tutto quello che c’è e non solo quello che si vede.

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